Tempo di zettabyte
Il numero di giugno della rivista Harvard Business Review Italia pubblica Tempo di zettabyte, articolo di Massimo Zaninelli dedicato alla radicale revisione che l’effetto combinato di Big Data, Internet of Things e App sta imponendo circa i tradizionali paradigmi del marketing.
Il testo suggerisce una riflessione sugli sviluppi futuri che l’uso sinergico di questi strumenti potrà generare non solo in termini di impatto economico ma anche di raccolta ed elaborazione delle informazioni che sono alla base dei piani di marketing delle imprese.
Di seguito riportiamo un breve estratto del testo.
…Per Big Data si intende un insieme complesso di dati, quali immagini, email, social o gps, così ampio che i tradizionali sistemi di analisi non sono in grado di ricavarne informazioni di valore. Ciò richiede il ricorso a strumenti dedicati, in grado di estrarne tendenze o previsioni applicabili in ambito scientifico, sanitario, politico e di marketing. La mole crescente di Big Data – il Cisco Virtual Network Index prevede che nel 2016 il traffico IP annuale superi lo zettabyte (ZB = 1021 byte) – è suscettibile di molteplici impieghi. […] Il che spiega come mai il sociologo Alex Pentland affermi: “Il motore che fa da traino alla fisica sociale (un approccio scientifico e statisticamente solido alle scienze sociali, NdA) è quello dei Big Data”.[1]
[1] Pentland A, Fisica sociale. Come si propagano le buone idee, Università Bocconi Editore, 2015.