Terapia nutrizionale e nuovi farmaci nel trattamento della MRC
Il Medical Writing team di Maxer, con il contributo di Annalisa Hinteregger, ha fornito il supporto editoriale alla stesura di Integrating the new pharmacological standard of care with traditional nutritional interventions in non‑dialysis CKD, articolo a firma di Luca De Nicola, Adamasco Cupisti, Claudia D’Alessandro, Loreto Gesualdo, Domenico Santoro, Vincenzo Bellizzi .
L’articolo, realizzato in coordinamento con AstraZeneca e in collaborazione con Aristea, è stato recentemente pubblicato su Journal of Nephrology e tratta dell’esperienza clinica degli autori nell’integrare l’impiego della terapia nutrizionale con gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio (SGLT2i) associati a nuovi leganti del potassio, antagonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP1-RA) e antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi non steroidei (nsMRA) nel trattamento della malattia renale cronica (Chronic kidney disease – CKD).
La malattia renale cronica è ampiamente riconosciuta come una delle principali e crescenti cause di morbilità e mortalità globali in tutto il mondo. La terapia nutrizionale è il trattamento di base per il controllo metabolico e può contribuire alla nefroprotezione; tuttavia, l’assenza di solide prove sul rallentamento della progressione della CKD insieme alla scarsa aderenza alle prescrizioni dietetiche limitano di fatto la sua efficacia e ne impediscono un uso più diffuso.
Gli inibitori della proteina di trasporto sodio-glucosio 2 (SGLT2i) sono ora considerati il nuovo standard di cura nella CKD; inoltre, nuovi leganti del potassio, antagonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP1-RA) e antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi non steroidei (nsMRA) mostrano effetti nefroprotettivi diretti (SGLT2i, GLP1-RA, nsMRA) o indiretti (leganti del potassio che consentono l’uso ottimale degli inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone).
Secondo gli autori, questi farmaci potrebbero potenzialmente portare a una dieta più permissiva, consentendo così al paziente di raccogliere i benefici di questo approccio. In particolare, gli SGLT2i e, in misura minore, anche i GLP1-RA e gli nsMRA nei pazienti con malattia renale diabetica, possono controbilanciare l’iperfiltrazione e l’assunzione proteica più elevata spesso registrata nei pazienti obesi. D’altro canto, i leganti del potassio possono facilitare il rispetto di diete a base vegetale, considerate sane per l’elevato contenuto di micronutrienti essenziali come vitamine antiossidanti, minerali, alcali e fibre.
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